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Mente e Corpo: un connubio perfetto

  • Immagine del redattore: Massimo D'Amico
    Massimo D'Amico
  • 7 nov 2018
  • Tempo di lettura: 2 min

mente e corpo

Migliorare il rapporto tra mente e corpo oggi non è solo una delle tante sfide, oggi è diventata “la sfida”.


Nella mia lunga esperienza lavorativa ho avuto modo di entrare in contatto con moltissime persone di tutte le estrazioni sociali ed economiche e devo ammettere che nessuna di queste persone ha mai dichiarato di voler essere infelice o di ambire ad avere una pessima salute.


Tuttavia solo in rarissimi casi ho incontrato persone che sapessero esattamente cosa fare per migliorare il proprio stato mentale e fisico.


Questo mi ha indotto ad approfondire sempre di più le ragioni di tale mancanza di consapevolezza, conscio del fatto che oggi le soluzioni sono facilmente reperibili ovunque e da chiunque, nei libri, su internet, ai seminari.


La medicina tradizionale, fino a qualche anno fa, vedeva il corpo umano come una macchina le cui parti avrebbero ad un certo momento smesso di funzionare e non si sarebbero più potute aggiustare.


Qualsiasi studente di medicina poteva confermarvi di aver appreso, durante il percorso di studi, che determinate reazioni chimiche casuali determinavano tutto ciò che accadeva nel corpo e che il corpo e la mente erano sostanzialmente separate l’uno dall’altra.


OGGI INVECE…

La ricerca scientifica è giunta ad un’interpretazione totalmente differente: il corpo è inevitabilmente connesso alla mente. Sappiamo che quello che una volta consideravamo il normale processo di invecchiamento – il progressivo decadimento delle capacità fisiche e mentali – è in parte una reazione condizionata.


La mente, che può essere immaginata come il padrone indiscusso, influenza le cellule del corpo, che possono essere considerate operaie al servizio del loro padrone. La diretta conseguenza di questo schema è che il normale decadimento psicofisico può essere considerato un processo tutt’altro che irreversibile.


Ci sono molti studi che dimostrano la profonda influenza della mente e del pensiero sull’invecchiamento.


Uno studio condotto dalla psicologa dell’Università di Harvard Ellen Langer, mostra come i cosiddetti segni irreversibili dell’invecchiamento, inclusi l’abbassamento della vista, dell’udito, della forza muscolare e della memoria, potrebbero regredire attraverso un cambiamento psicologico consapevole ed un aumento dell’attività fisica e mentale.

Anche se tutti noi abbiamo una predisposizione genetica, che non può essere ignorata, la salute e l’invecchiamento non sono predeterminati alla nascita.


Operando scelte consapevoli relativamente alle nostre abitudini, possiamo dare degli input al nostro corpo in modo da far regredire la nostra età biologica e migliorare il nostro stato psicofisico.


“Il corpo faccia quello che vuole. Io non sono il corpo: io sono la mente.”

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Massimo D'Amico

Tel: +39 342 5148 378​maxdamico.mda@gmail.com

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