Come ritrovare il giusto ritmo
- Massimo D'Amico
- 26 nov 2018
- Tempo di lettura: 2 min

Quando osserviamo i bambini, vediamo che seguono una sorta di ritmo naturale che accettano per quello che è, senza pregiudizi o sovrastrutture mentali. Sono costantemente in contatto con le loro necessità fondamentali, siano queste un bisogno di cibo, di attenzione, sicurezza o riposo.
Sono anche molto aperti riguardo le loro emozioni e non tentano di esercitare alcun controllo su di esse. Un minuto sono tristi, l’altro agitati e l’altro ancora stanno giocando e ridendo. Accolgono quello che gli capita in ogni momento e lo lasciano scorrere spontaneamente fino a immettersi, altrettanto spontaneamente, in qualcos'altro. Questo è esattamente ciò che è accaduto ad ognuno di noi in tenera età.
Poi cominciamo a interagire col mondo, con i genitori, con i coetanei, con i maestri della scuola materna; in quel processo, le nostre esperienze ci indicano che non siamo un tutt'uno, che c’è qualcosa di sbagliato in noi, che non facciamo abbastanza, o non lo stiamo facendo nel modo giusto. Quegli eventi suscitano convinzioni di paura, insicurezza, inadeguatezza. In altre parole, iniziamo a diffidare del nostro ritmo interiore, della nostra essenza, del nostro stato naturale, delle nostre emozioni, della nostra verità, e allora proviamo a rientrare in qualcosa che ci garantirà sicurezza, protezione, accettazione.
Il ritmo naturale si inceppa man mano che vengono costruite delle sovrastrutture mentali. Ecco perché è importante ritrovare, se non del tutto almeno in parte, quel ritmo naturale dove il nostro vero Io fluisce liberamente.
Il primo passo per riappropriarsi di questo enorme patrimonio disperso consiste nel comprendere, riconoscere ed eliminare le credenze limitanti create nel tempo. Spesso non ne siamo nemmeno consapevoli, vivono sotto il nostro livello di coscienza, nel nostro inconscio e hanno un forte impatto sul nostro modo di mostrarci al mondo, di agire e relazionarci con gli altri.
Quando cominciamo a rallentare il ritmo e a scoprire la nostra naturale velocità, il modo spontaneo di muoverci, parlare e respirare, allora rientriamo sempre più in contatto con il nostro stato naturale e con a nostra vera identità.







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