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Come sottrarsi al pensiero unico

  • Immagine del redattore: Massimo D'Amico
    Massimo D'Amico
  • 27 ott 2018
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 28 nov 2018


Negli ultimi decenni si è andato sempre più affermando quello che molti definiscono il pensiero unico. Cosa vuol dire esattamente? Dopo il 1989 con la caduta delle ideologie è stato disegnato il cosiddetto “mondo nuovo”, l’uomo a taglia unica che esiste per consumare e consuma per esistere.


Un metodo molto efficace per indurre le persone a pensare in modo passivo. Un invito a ragionare per slogan e luoghi comuni preconfezionati, buoni per tutte le stagioni, presentati come il presupposto naturale della convivenza tra gli uomini.


Quando questo accade, quando l’unicità delle persone viene meno, si assiste ad una battuta d’arresto del processo creativo. Quel processo creativo dal quale inevitabilmente nascono le opere d’arte e le grandi scoperte in qualsiasi ambito, artistico, scientifico, spirituale.


Questa è la ragione che mi ha spinto ad interrogarmi sulle possibili vie d’uscita, a come sottrarsi a questo ingranaggio che quotidianamente cerca di uniformarci e di farci sembrare tutti uguali.


Oggi, forse più che in ogni altra epoca, si assiste ad un livellamento del pensiero e dell’unicità individuale per via di un contesto socio-economico che tende a massificare, a livellare tutto e ad oscurare la creatività.


Molti cadono nell’errore di ritenere che questo stato di cose sia da combattere attraverso la denuncia e con approccio critico. Non credo sia la strada giusta da seguire.

Il grande limite di questo tipo di approccio risiede nelle parole stesse che lo contraddistinguono: “combattere” e “critico”. Non ha alcun senso combattere contro qualcosa o trascorrere tutto il tempo a criticare o denunciare uno stato di cose. E’ preferibile utilizzare la stessa energia per favorire e promuovere il suo opposto.


Facciamo un esempio partendo da una situazione banale.


Per qualche strana ragione ti ritrovi in un ambiente dove non c’è luce. Cosa fai? Stai li a muovere critiche su quanto sia poco illuminato? Non credo. Del resto sarebbe inutile star li ad agitare i pugni contro l’oscurità. Cerchi l’interruttore della luce, e se non lo trovi cerchi di azionare qualsiasi oggetto possa servire allo scopo, come un accendino o la torcia incorporata nel tuo smartphone.


Istintivamente ti concentri sulla soluzione e se non ce l’hai a portata di mano cerchi un’alternativa.


E’ quì che entra in gioco l’elemento creativo, ossia la ricerca di una soluzione personale che non tiene conto del parere altrui o delle circostanze sfavorevoli. Ecco perché il pensiero creativo è da preferire al pensiero critico.


Promuovere, favorire, sperimentare, creare, è sempre meglio che cercare di combattere contro qualcosa.


Quando cerchiamo di combattere una situazione semplicemente denunciandola, rischiamo di incorrere nell’errore di giudicare il mondo che ci circonda con troppa severità. In altri termini non stiamo facendo altro che concentrarci troppo su ciò che non funziona, trascurando tutto ciò che di buono può esserci come valida alternativa.


Il pensiero creativo ci induce ad interpretare e ad elaborare la nostra esperienza personale nella realtà in termini di soluzioni utili e del tutto personali. Se riusciamo a farlo con naturalezza nel buio di una stanza, perché mai non dovremmo poterlo fare in tutti gli altri contesti?


Dunque lascia perdere ciò che non funziona. A portare continuamente la tua attenzione su tutte le storture del mondo ci pensano già abbastanza i mezzi comunicazione di massa. Ciò che conta veramente è concentrarsi sul suo opposto, ossia su ciò che può migliorare la realtà e tutto ciò che ci circonda.


Il pensiero unico non si combatte, si evita!

Osserva la realtà e se ciò che vedi non ti piace lascia perdere i giudizi e le critiche. Concentrati su ciò che tu pensi e su quale può essere secondo te l'alternativa giusta e cerca di promuoverla, di realizzarla. Sii unico!


Chiudo con una frase di Madre Teresa di Calcutta che racchiude tutto il senso di quanto detto.

“Mi è stato chiesto perché non partecipo a manifestazioni contro la guerra. Ho detto che non potrò mai farlo, ma non appena ci sarà una manifestazione per la pace, io ci sarò.”

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Massimo D'Amico

Tel: +39 342 5148 378​maxdamico.mda@gmail.com

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