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Camminare aiuta la mente

  • Immagine del redattore: Massimo D'Amico
    Massimo D'Amico
  • 1 ott 2018
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 25 ott 2018



Camminare rappresenta un modo per riprendere contatto con se stessi, con il proprio corpo, la propria mente, con il proprio ruolo nel mondo. Durante questo tipo di attività non cammina solo il corpo ma anche la mente.


Camminare può essere un momento ideale per esercitare il pensiero. Molti scrittori ammettono di aver partorito le proprie opere attraverso lunghe camminate, sia programmate che estemporanee. Possiamo considerarlo un modo salutare di lasciar campo libero ai ragionamenti.


Camminare aiuta a capire meglio i propri atteggiamenti di fronte ai cambiamenti, ad uscire dalla zona di comfort ed a sviluppare la capacità di adattamento, acquisendo quindi maggior flessibilità.


Programmare una camminata in un ambiente non familiare ci permette di vivere, attraverso il contatto con la natura, tutta una serie di disagi che non siamo più abituati a fronteggiare, come la pioggia improvvisa, la neve con le sue temperature rigide, il vento, il sole cocente.

Di notte si possono provare sensazioni e percezioni particolari.

Lunghe camminate possono far emergere un nuovo modo di percepire il tempo, collocandosi piuttosto che nello spazio nel tempo, scandito a sua volta da tutta una serie di eventi di cui ci si riappropria.


La camminata ci aiuta a distinguere tra ciò che è necessario e ciò che è superfluo, cosa è necessario mangiare e ciò che è solo un’abitudine, cosa è necessario nell’igiene quotidiana e cosa no.


Camminare fa emergere differenze individuali legate alla sfera motivazionale, come ad esempio il bisogno di esplorazione e di ricerca del nuovo, come accennavo prima. Il cambiamento porta motivazioni nuove.


Camminare rappresenta un’attività in cui è necessaria una certa capacità di pianificare ed organizzare il proprio percorso. Entra in gioco l’abilità individuale, o collettiva se si sceglie di condividere l’esperienza con altri, di valutare preventivamente le condizioni in cui si dovrà svolgere l’attività.


Camminare può essere anche una forma di meditazione. I passi che si ripetono uno dopo l’altro, la respirazione che si alterna sono meccanismi che ci riportano ad una dimensione simile alla recitazione di un mantra.


Ecco perché spesso l’accavallarsi dei pensieri durante una camminata in silenzio è diverso rispetto a quello che avviene mentre siamo imprigionati nella nostra routine quotidiana. Si tratta di pensieri “ripuliti” dagli stimoli del nostro ambiente quotidiano, sono più costruttivi, più leggeri, più creativi.


Il Viaggiatore più veloce è colui che va a piedi

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Massimo D'Amico

Tel: +39 342 5148 378​maxdamico.mda@gmail.com

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